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Amami perché l'amore non esiste e io ho provato tutto ciò che esiste. Ma la mia ultrabis-ultratriste-nonna non amava Yankel, almeno nel senso semplice e impossibile della parola. In effetti, sapeva ben poco di lui. E lui poco sapeva di lei. Ciascuno conosceva intimamente nell'altro aspetti di se stesso, ma l'altro no. Avrebbe mai potuto immaginare, Yankel, cosa sognasse Brod? E Brod, avrebbe potuto indovinare, se gliene fosse importato, dove andava Yankel di notte? Erano estranei come mia nonna e me. Ma... Ma ognuno era la cosa più prossima a un degno oggetto d'amore che potesse trovare l'altro. Così se lo profondevano a vicenda, per intero. Lui si sbucciava un ginocchio e diceva: Sono caduto anch'io. Brod si versava l'acqua sulle mutande perché Yankel non si sentisse solo. Lui le diede quella pallina. Lei la portò. E quando Yankel disse che sarebbe morto per Brod, di certo era sincero: ma ciò per cui sarebbe morto non era esattamente Brod, bensì il suo amore per lei. E quando lei diceva: Papà, sei il mio amore, non era né ingenua né ipocrita, ma al contrario: era abbastanza saggia e sincera da mentire. Si scambiavano a vicenda la grande bugia salvatrice – che il nostro amore per le cose sia più grande del nostro amore per il nostro amore per le cose – recitando di buon grado le parti che scrivevano per sé, creando di buon grado le finzioni necessarie alla vita, e credendoci."
― da "Ogni cosa è illuminata

( Jonathan Safran Foer )
[ Everything Is Illuminated ]
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