Due settimane dopo, il 30 maggio {1904},{...} criticò apertamente il più controverso tra i nuovi provvedimenti legislativi discussi in parlamento, il disegno di legge sugli stranieri. Il provvedimento{...} si proponeva di ridurre drasticamente l'immigrazione ebraica dalla Russia alla Gran Bretagna.{...} Era contrario ad abbandonare «la vecchia pratica tollerante e generosa del libero ingresso e dell'asilo, che questo paese ha osservato per tanto tempo e di cui tanto ha beneficiato». Proseguì mettendoli in guardia sui pericoli di una legislazione di quel genere nelle mani di un ministro dell'Interno «intollerante e antisemita». Era preoccupato dall'effetto del provvedimento sul «semplice immigrante, sul profugo politico, sul debole e il povero»{...} definì la legge sugli stranieri un tentativo del governo di «compiacere un settore piccolo ma rumoroso dei loro sostenitori e di acquisire un po' di popolarità tra gli elettori trattando duramente numerosi stranieri sfortunati che non hanno diritto di voto». Il provvedimento era caro a «coloro che prediligono il patriottismo a spese degli altri e ammirano l'imperialismo del genere russo. Si spera che faccia leva sul pregiudizio gretto contro gli stranieri, sul pregiudizio razziale contro gli ebrei e sul pregiudizio della manodopera contro la concorrenza». - p. 104
( Martin Gilbert )
[ Churchill: La vita politica e ]
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