È un bene che non si ripeta due volte, la febbre del primo amore. Poiché è una febbre, e anche un fardello, checché ne dicano i poeti. Non si è molto coraggiosi, quando si ha ventun anno. Sono tempi pieni di piccole viltà, di minime paure senza fondamento, e ci si sente così presto vinti, ci vuol tanto poco a esser feriti; e si cede alla prima parola pungente. Oggi, avvolta nella comoda armatura della maturità che s'avvicina, le innumeri piccole punture della vita quotidiana non mi sfiorano che lievemente e sono presto obliate, ma allora - oh, allora, una parola detta a caso sostava a lungo, diventava un marchio rovente; e uno sguardo, un'occhiata di sopra una spalla s'imprimeva per l'eternità. Un rifiuto annunciava un triplice canto di gallo, e una mancanza di sincerità era simile al bacio di Giuda. La mente matura può mentire con la coscienza netta, con un viso ridente, ma in quei giorni, anche il più lieve inganno bruciava sulla lingua, legandoci al palo del supplizio da noi stessi innalzato.
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«Se ci fosse mai qualcuno che scoprisse il modo di imbottigliare le memorie, come un profumo...» dissi. «Che non svanissero mai, non perdessero mai la freschezza. E quando si volesse, si potrebbe aprir la boccetta, e rivedere il momento...»
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«Se ci fosse mai qualcuno che scoprisse il modo di imbottigliare le memorie, come un profumo...» dissi. «Che non svanissero mai, non perdessero mai la freschezza. E quando si volesse, si potrebbe aprir la boccetta, e rivedere il momento...»
( Daphne du Maurier )
[ Rebecca ]
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