Nel 1939, il giornale a fumetti americano, come i castori e gli scarafaggi della preistoria, era più grande e, voluminoso com'era, più ricco dei suoi moderni discendenti. Aspirava alle dimensioni di una rivista e allo spessore di un pulp, offrendo sessantaquattro pagine {compresa la copertina} di sgargiante abbondanza al prezzo ideale di una monetina da dieci cent. Mentre la qualità delle illustrazioni all'interno era, nel migliore dei casi, esecrabile, le copertine aspiravano alla qualità e all'impostazione grafica di una rivista in carta patinata e alla popolarità del pulp. Le copertine dei giornali a fumetti, in quei primi tempi, erano come il manifesto di un film che faceva sognare, immagini che per due secondi accendevano nella mente una scintilla e poi andavano perdendo il loro splendore fino a spegnersi del tutto prima ancora che venisse aperto il fascicolo di carta scadente. Spesso non erano semplicemente disegnate a inchiostro e colorate, ma dipinte da persone che avevano un nome nell'ambiente, qualificati artigiani dell'illustrazione, che sapevano creare ragazze dalle natiche procaci, avvinte in catene; sinuosi, perfetti giaguari; corpi maschili muscolosi, impeccabili, i cui piedi sembravano veramente sostenerne il peso.
( Michael Chabon )
[ The Amazing Adventures of ]
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