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Poi un giorno il cane non si presentò.
Neville entrò in agitazione. Si era talmente abituato a quelle visite da trasformarle nel centro della sua routine quotidiana, che aveva riorganizzato intorno ai pasti dell'animale, tralasciando le indagini, accantonando tutto il resto, preso com'era dal desiderio di averlo in casa.
Passò il pomeriggio a setacciare il vicinato con i nervi a fior di pelle, chiamandolo a squarciagola. Ma tutte le ricerche furono vane. Rientrò e consumò un pasto insipido. Il cane non si presentò per la cena e neanche per la colazione il mattino dopo. Neville riprese le ricerche, meno speranzoso. L'hanno catturato, quelle parole gli ossessionavano la mente, gli sporchi bastardi l'hanno catturato. Ma non riusciva a crederci fino in fondo. Si rifiutava di rassegnarsi all'idea.
Il pomeriggio del terzo giorno si trovava nel garage quando all'esterno gli arrivò il tintinnio della ciotola di metallo. Trattenendo il fiato uscì alla luce del giorno.
«Sei tornato!» gridò.
Il cane scartò nervosamente allontanandosi dal piatto, con la bocca gocciolante d'acqua.
Il cuore di Neville ebbe un sobbalzo. L'animale aveva gli occhi vitrei e ansimava con la lingua scura penzoloni.
«No» disse, con voce rotta. «Oh, no.» book-quoteitalianocanerivelazioneMeravigliosa fu in realtà la mia vita, pensava, meravigliose vie ha seguito. Ragazzo, non ho avuto a che fare se non con dei e sacrifici. Giovane, non ho avuto a che fare se non con ascesi, meditazione e contemplazione, sempre in cerca di Brahma, sempre intento a venerare l'eterno nello Atman. Ma quando fui giovanotto mi riunii ai penitenti, vissi nella foresta, soffersi il caldo e il gelo, appresi a sopportare la fame, appresi a far morire il mio corpo. Meravigliosa mi giunse allora la rivelazione attraverso la dottrina del grande Buddha, e sentii la conoscenza dell'unità del mondo circolare in me come il mio stesso sangue. Ma anche da Buddha e dalla grande conoscenza mi dovetti staccare. Me n'andai, e appresi da Kamala la gioia d'amore, appresi da Kamaswami il commercio, accumulai denaro, dissipai denaro, appresi ad amare il mio stomaco, a lusingare i miei sensi. Molti anni dovetti impiegare per perdere lo spirito, disapprendere il pensiero, dimenticare l'unità. Non è forse come se lentamente e per grandi traviamenti io mi fossi rifatto, d'uomo, bambino, di saggio che ero, un uomo puerile? Eppure è stata buona questa via, e l'usignolo non è ancor morto nel mio petto. Ma che via fu questa! Son dovuto passare attraverso tanta sciocchezza, tanta bruttura, tanto errore, tanto disgusto e delusione e dolore, solo per ridiventare bambino e poter ricominciare da capo. Ma è stato giusto, il mio cuore lo approva, gli occhi miei ne ridono. Ho dovuto provare la disperazione, ho dovuto abbassarmi fino al più stolto di tutti i pensieri, al pensiero del suicidio, per poter rivivere la grazia, per riapprendere l'Om, per poter di nuovo dormire tranquillo e risvegliarmi sereno. Ho dovuto essere un pazzo, per sentire di nuovo l'Atman. Ho dovuto peccare per poter rivivere. Dove può ancora condurmi il mio cammino? Stolto è questo cammino, va strisciando obliquamente, forse va in cerchio. Ma vada come vuole, io son contento di seguirlo. book-quoteitalianoispirazionevita