Non si tratta di volerlo o no, è una questione di ciò che pensi di poter realizzare. Quando il cacciatore esce nella foresta pluviale per cercare cibo per la sua famiglia, si aspetta di controllare la natura? No. Immagina che la natura sia al di là di lui. Oltre la sua comprensione. Al di là del suo controllo. Forse prega la natura, la fertilità della foresta che gli prevede. Prega perché sa che non lo controlla. Ne è in balia.
(It's not a matter of wanting it or not, it's a matter of what you think you can accomplish. When the hunter goes out in the rain forest to seek food for his family, does he expect to control nature? No. He imagines that nature is beyond him. Beyond his understanding. Beyond his control. Maybe he prays to nature, to the fertility of the forest that provides for him. He prays because he knows he doesn't control it. He's at the mercy of it.)
La citazione evidenzia la distinzione tra desiderio e capacità, illustrando che la vera realizzazione deriva dalla comprensione dei limiti. Il cacciatore, sforzandosi di provvedere alla sua famiglia, riconosce di non poter dettare i capricci della natura. Invece di tentare di controllare le forze imprevedibili intorno a lui, accetta la sua vulnerabilità e rispetta il mondo naturale, che funge sia da fornitore che da un enigma oltre la sua portata.
Questa prospettiva enfatizza l'umiltà di fronte alla grandiosità della natura. Le preghiere del cacciatore segnalano un riconoscimento della sua dipendenza dall'ordine naturale, suggerendo una relazione rispettosa in cui cerca una guida piuttosto che il dominio. Riflette un tema più ampio presente in Jurassic Park: la follia di assumere il controllo sui sistemi molto più complessa della nostra comprensione. Alla fine, ricorda che la padronanza della vita è spesso un'illusione e la vera forza sta nell'accettabilità e nell'adattabilità.