Dovevamo tutti pagare, ma non per i crimini di cui siamo stati accusati. C'erano altri punteggi da accontentarsi.
(We all had to pay, but not for the crimes we were accused of. There were other scores to settle.)
Nel libro di memorie di Azar Nafisi, "Reading Lolita in Teheran", l'autore riflette sull'ambiente oppressivo dell'Iran post-rivoluzionario e sull'impatto che ha sulla libertà intellettuale. Attinge alle sue esperienze di insegnamento della letteratura occidentale a un gruppo di giovani donne, rivelando come la letteratura sia diventata una forma di resistenza contro l'autoritarismo del regime. Nafisi illustra le lotte che i suoi studenti hanno affrontato, sia personalmente che socialmente, mentre navigavano una società che cercava di controllare i loro pensieri e le loro espressioni.
La citazione "Dovevamo tutti pagare, ma non per i crimini di cui siamo stati accusati. C'erano altri punteggi da accontentarci", incapsula il tema dell'ingiustizia che attraversa la narrazione. I personaggi affrontano ripercussioni che vanno oltre le loro azioni individuali, poiché le loro vite e la loro reputazione sono modellate da macchinazioni politiche e aspettative sociali. Nafisi usa la letteratura come obiettivo per esplorare queste complessità, mostrando come le storie possono rivelare verità più profonde sull'identità, la libertà e lo spirito umano in mezzo alla repressione.