È inutile emozionarsi per qualsiasi cosa. Essere emotivi non ha aiutato la sopravvivenza. Ciò che contava era imparare tutto, analizzare la situazione, scegliere una linea di condotta e poi muoversi con coraggio. Conoscere, pensare, scegliere, agire. In quella lista non c'era posto per il "sentire". Non che Bean non provasse sentimenti. Si rifiutava semplicemente di pensarci, di soffermarsi su di essi o di lasciare che influenzassero le sue decisioni, quando era in gioco qualcosa di importante.
(No point in getting emotional about anything. Being emotional didn't help with survival. What mattered was to learn everything, analyze the situation, choose a course of action, and then move boldly. Know, think, choose, do. There was no place in that list for "feel." Not that Bean didn't have feelings. He simply refused to think about them or dwell on them or let them influence his decisions, when anything important was at stake.)
In "Ender's Shadow", il personaggio Bean sottolinea l'importanza dell'obiettività rispetto alla risposta emotiva, soprattutto quando si tratta di sopravvivenza e processo decisionale. Crede che permettere alle emozioni di offuscare il giudizio sia controproducente. Invece, sostiene un approccio sistematico: osservare, analizzare, selezionare una linea d’azione ed eseguirla con decisione. Questo metodo privilegia la logica e la chiarezza, implementando una mentalità priva di interferenze emotive durante i momenti critici.
Sebbene Bean riconosca l'esistenza di emozioni dentro di sé, sceglie deliberatamente di non affrontarle quando si trova ad affrontare sfide significative. Capisce che essere sopraffatto dai sentimenti può ostacolare un processo decisionale efficace. Concentrandosi esclusivamente sulla conoscenza, sul pensiero, sulla scelta e sull'azione, mira a raggiungere il successo senza le distrazioni del tumulto emotivo, rafforzando la sua convinzione che il distacco emotivo sia essenziale in situazioni cruciali.
