Mi guardò alle spalle una volta mentre scrivevo, il che era già fastidioso, e quando ho scritto lol mi ha fatto un punto molto chiaro su come ero in silenzio e non ridevo ad alta voce, per niente. Ho detto che era solo un'espressione e che stavo ridendo ad alta voce nella mia mente.
(She looked over my shoulder once while I was texting, which was already annoying, and when I wrote lol she made a very clear point to me about how I was silent and not laughing out loud, not at all. I said it was just an expression, and that I was laughing out loud inside my own mind.)
In "The Color Master: Stories" di Aimee Bender, un personaggio sperimenta irritazione quando qualcuno osserva le loro abitudini di testo. L'atto di sgattaiolare un'occhiata crea disagio, specialmente quando l'osservatore critica l'uso del termine "lol", suggerendo che è insincero. Questo momento evidenzia la tensione tra espressioni online ed emozioni autentiche.
Il dialogo indica un commento più profondo sulla comunicazione nell'era digitale, in cui frasi come "lol" possono essere fuorvianti. Il personaggio difende la loro scelta di parole indicando che la risata esiste internamente, sottolineando la complessità del trasporto di veri sentimenti in un mondo dominato da abbreviazioni e conversazioni basate sul testo.