Il suono più orribile del mondo, quello di un tempo-was: vivo in passato, permanente nel presente, un cadavere fatto di polvere in futuro.


(The most horrid sound in the world, that of the once-was: alive in the past, perishing in the present, a corpse made of dust in the future.)

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Il passaggio citato riflette una profonda meditazione sul passare del tempo e sulla natura dell'esistenza. Parla del dolore della vitalità perduta e della dura realtà che il passato, una volta riempito di vita, alla fine diminuisce in polvere. Questa trasformazione dalla vivacità alla senza vita illustra una verità universale sulla mortalità e su come portiamo il peso delle nostre esperienze passate.

Le parole di Philip K. Dick evocano un senso di angoscia riguardo a ciò che significa essere umani, evidenziando la qualità agrodolce della memoria e dell'esistenza. L'idea che qualcosa di una volta vibrante possa svanire nel nulla risuona profondamente, articolando una lotta contro l'inesorabile marcia del tempo e l'inevitabile decadimento che segue. Attraverso questa riflessione, l'autore cattura l'essenza di ciò che significa affrontare la nostra natura finita.

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gennaio 24, 2025

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