La politica anti-violenza originariamente mirava a sfidare e trasformare questioni sistemiche come il patriarcato, il razzismo e la povertà. Tuttavia, c'è stato un notevole spostamento verso la collaborazione con le forze di polizia, che contraddice fondamentalmente gli obiettivi originali di questi movimenti. Questa partnership è preoccupante perché la polizia è in genere associata al perpetuazione dei sistemi stessi di oppressione che questi movimenti hanno cercato di smantellare.
Questa trasformazione evidenzia una tensione all'interno dell'attivismo della giustizia sociale, poiché l'allineamento con la polizia indica un discesa dal confrontare le radici dell'oppressione. Sarah Schulman, nel suo libro "Il conflitto non è abusi", discute le complessità che circondano il danno, le responsabilità della comunità e la necessità di riparare, suggerendo che il vero progresso risiede nell'affrontare queste disuguaglianze sistemiche piuttosto che rafforzarle attraverso le alleanze con le istituzioni oppressive.