Ho chiesto a Morrie se si dispiaceva per se stesso. A volte, la mattina, disse. Questo è quando piango. Mi sento intorno al mio corpo, muovo le dita e le mani - qualunque cosa io possa ancora muovermi - e piango ciò che ho perso. Piango il modo lento e insidioso in cui sto morendo. Ma poi smetto di piangere.


(I asked Morrie if he felt sorry for himself. Sometimes, in the mornings, he said. That's when I mourn. I feel around my body, I move my fingers and my hands - whatever I can still move - and I mourn what I've lost. I mourn the slow, insidious way in which I'm dying. But then I stop mourning.)

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Morrie riflette sulla sua condizione e sull'inevitabilità della morte, ammettendo che a volte si sente dolore per se stesso, in particolare la mattina. Questo è un momento per la riflessione, in cui si collega fisicamente al suo corpo per riconoscere le perdite che ha vissuto a causa della sua malattia. Il processo di lutto diventa un modo per accettare la realtà della sua situazione, permettendosi di provare il peso emotivo della sua deterioramento della salute.

Tuttavia, Morrie non dimora in questo stato di lutto. Dopo aver riconosciuto i suoi sentimenti, sceglie di andare avanti, abbracciando la vita nonostante le sue sfide. La sua prospettiva evidenzia l'importanza di affrontare le proprie emozioni, trovando anche un modo per vivere pienamente nel presente. La saggezza di Morrie funge da potente promemoria della resilienza di fronte alla sofferenza e al valore di accettare l'inevitabile pur amando ciò che rimane.

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gennaio 22, 2025

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