Dovrei arrivare al punto di dire che incorporato nella cornice surreale di uno spettacolo televisivo è una teoria dell'anticomunicazione, con un tipo di discorso che abbandona la logica, la ragione, la sequenza e le regole di contraddizione. In estetica, credo che il nome dato a questa teoria sia il dadaismo; in filosofia, nichilismo; In psichiatria, schizofrenia. Nel linguaggio del teatro, è noto come Vaudeville.
(I should go so far as to say that embedded in the surrealistic frame of a television news show is a theory of anticommunication, featuring a type of discourse that abandons logic, reason, sequence and rules of contradiction. In aesthetics, I believe the name given to this theory is Dadaism; in philosophy, nihilism; in psychiatry, schizophrenia. In the parlance of the theater, it is known as vaudeville.)
In "Amando noi stessi a morte", Neil Postman critica le notizie televisive, suggerendo che opera all'interno di un paradigma surreale che incarna una teoria dell'anticomunicazione. Questa teoria promuove un discorso che ignora i principi di logica, sequenza e contraddizione, portando a una rottura della comunicazione razionale. Il postino allinea questa interruzione con vari campi, classificandola come dadaismo in estetica, nichilismo in filosofia, schizofrenia in psichiatria e vaudeville in teatro.
L'analisi di Postman evidenzia l'impatto preoccupante di tale discorso sulla comunicazione pubblica, in quanto dà la priorità all'intrattenimento per un dialogo significativo. Questo spostamento si traduce in una cultura in cui la profondità e la ragione sono sacrificate per lo spettacolo, allineandosi con le sue più ampie preoccupazioni sulle implicazioni sociali della saturazione dei media e sul declino del discorso pubblico razionale.