Il massimo che molte persone potevano sperare era che non avrebbero dovuto sostenere l'ira degli dei che non avevano placato o propiziato; Oltre a ciò, gli dei dovrebbero essere lasciati andare con i loro affari adeguati e i loro mortali con i loro.


(The most that many people could hope for was that they should not incur the wrath of gods whom they had failed to appease or propitiate; beyond that, gods should be left to get on with their proper business and mortals with theirs.)

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In "Le romanzo abitudini della felicità" di Alexander McCall Smith, la narrazione esplora la relazione dell'umanità con il divino. Molti individui spesso ritengono che fintanto che non fanno arrabbiare gli dei attraverso le loro azioni, possono guidare le loro vite in pace. Ciò riflette un sentimento comune in cui le persone sentono che il divino dovrebbe concentrarsi sui propri affari piuttosto che intervenire in questioni umane.

Questa prospettiva suggerisce una certa dimissione tra i mortali, che potrebbero sentirsi impotenti di fronte all'influenza divina. Invece di cercare un favore o un'interazione diretta con gli dei, potrebbero preferire una separazione, permettendo a ciascuno di adempiere ai loro ruoli senza interferenze. Questa idea evidenzia un approccio pragmatico alla spiritualità, sottolineando la coesistenza mantenendo confini distinti tra i regni divini e umani.

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gennaio 23, 2025

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