C'erano anche altri modi per battere le donne, modi che non comportavano violenza fisica, e Kate a volte pensava che il maltrattamento mentale fosse peggiore.
(There were other ways of battering women too, ways that did not involve physical violence, and Kate sometimes thought that the mental battering was worse.)
In "The Ladykiller" di Martina Cole, la narrazione esplora le varie forme di abusi che le donne sopportano, sottolineando che l'aggressività non è limitata alla violenza fisica. Questa prospettiva più ampia evidenzia la sofferenza causata da manipolazione emotiva e psicologica, suggerendo che il tormento mentale può essere più dannoso del danno fisico.
Il protagonista, Kate, riflette sul profondo impatto dell'abuso mentale nella sua vita. Questa contemplazione illustra l'idea che le cicatrici dell'abuso emotivo possano andare più in profondità di quelle inflitte da attacchi fisici, mostrando le complesse dinamiche del potere e la vulnerabilità nelle relazioni.