In "Una vita di essere, avere e fare abbastanza", Wayne Muller discute il concetto di "esperienza di esperienza", un termine coniato da Mark Nepo. Questo fenomeno comporta un schiacciante desiderio di accumulare varie esperienze che sono spesso viste come arricchenti, come il social network, il servizio alla comunità e le attività spirituali. Piuttosto che cercare una ricchezza materiale, gli individui vengono consumati dalla necessità di riempire la propria vita con una moltitudine di esperienze, credendo che fare di più porterà appagamento.
Muller suggerisce che questa inseguimento incessante può portare a un senso di inadeguatezza e stanchezza, poiché le persone si ritrovano a inseguire un elenco di esperienze in continua espansione. Invece di promuovere la vera contentezza, questa costante lotta può impedire alle persone di apprezzare la ricchezza delle loro vite esistenti. Sottolineando l'importanza di essere sufficiente nel momento, Muller incoraggia i lettori a coltivare la presenza e l'accettazione piuttosto che l'accumulo, consentendo una connessione più profonda con se stessi e l'ambiente circostante.