Supponiamo che le chiese abbiano insegnato che Dio è felice e che sia la fonte di tutta la felicità. Supponiamo che i cristiani credessero che Dio li chiamasse a vedere lavoro, gioco, musica, cibo e bevande come doni gentili dalla mano di Dio per essere apprezzati in modo responsabile nei parametri dei suoi comandi.


(Suppose churches taught that God is happy and that he is the source of all happiness. Suppose Christians believed that God calls them to view work, play, music, food, and drink as gracious gifts from God's hand to be responsibly enjoyed within the parameters of his commands.)

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L'idea presentata è che se le chiese sottolineassero che Dio è intrinsecamente gioioso e la fonte della vera felicità, potrebbe trasformare il modo in cui i cristiani percepiscono la loro vita e il mondo che li circonda. Comprendendo che Dio si diletta nella felicità, i credenti potrebbero coltivare un apprezzamento più profondo per le gioie nella vita.

Inoltre, se i cristiani considerassero le loro varie attività, come il lavoro, il gioco o persino le indulgenze come cibo e bevande, come doni gentili di Dio, probabilmente si avvicinerebbero a queste esperienze con gratitudine e responsabilità. Questa prospettiva incoraggia il godimento nel quadro della guida divina, promuovendo una visione olistica della fede intrecciata con la felicità.

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gennaio 25, 2025

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