Quel piccolo nazista imbevuto di gin della gazzetta si è incazzato quando non hai tagliato il cappello per l'inno nazionale, ha spiegato Burgin. Continuava a lamentarsi di te al ragazzo responsabile della scatola della stampa, poi prese quel culo che lavora per lui tutto alimentato e loro iniziarono a parlare di farti arrestare. Gesù merda strisciante, mormorai. Ora so perché sono uscito dallo sportivo.
(That gin-soaked little Nazi from the Gazette got pissed off when you didn't doff your hat for the national anthem, Burgin explained. He kept bitching about you to the guy in charge of the press box, then he got that asshole who works for him all cranked up and they started talking about having you arrested. Jesus creeping shit, I muttered. Now I know why I got out of sportswriting.)
In "Fear and Loathing on the Campaign Trail '72", Hunter S. Thompson racconta un incidente teso che coinvolge un scrittore sportivo di nome Burgin. Racconta come un collega della Gazzetta è stato indignato quando Burgin non ha mostrato il giusto rispetto durante l'inno nazionale, in particolare non rimuovendo il cappello. Ciò ha portato a una serie di reclami diretti alla scatola della stampa, ad intensificare la situazione e spingere discussioni sull'applicazione di Burgin per la sua percepita mancanza di rispetto.
Thompson riflette sull'assurdità dell'evento, esprimendo la sua frustrazione e ricordandosi delle ragioni per cui si è allontanato dalla scrittura sportiva. L'aneddoto evidenzia la natura intensa e spesso ridicola del contraccolpo dei media, specialmente nell'atmosfera politicamente carica della campagna del 1972. Serve come commento sulle rigide aspettative del decoro nel giornalismo professionale, che può portare a risposte irrazionali e conflitti tra i giornalisti.