Ora che non potevo più pensarmi come un insegnante, uno scrittore, che non potevo più indossare ciò che volevo, né camminare per strada nel mio passaggio, gridando se lo facessi o dare una pacca sulla spalla a un collega di sesso maschi


(Now that I could no longer think of me as a teacher, a writer, whom I could no longer wear what I wanted, nor walk on the street at my passage, shout if I was going to do it or give a pat on the shoulder to a male colleague , now that all this had become illegal, I felt evanescent, artificial, an imaginary character resulting from the pencil of a designer that any rubber would have been enough to cancel)

📖 Azar Nafisi

 |  👨‍💼 Scrittore

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In "Reading Lolita in Teheran", Azar Nafisi riflette sui profondi cambiamenti personali che sperimenta in un ambiente oppressivo che soffoca la sua identità di insegnante e scrittore. Descrive un senso di perdita in cui non può più esprimere la sua individualità, indossare ciò che desidera o interagire liberamente con i suoi colleghi. Le restrizioni imposte dalle norme sociali la fanno sentire come un fantasma, spogliata del suo sé autentico e ridotta a un semplice figurazione dell'immaginazione di qualcun altro.

Questa esperienza evidenzia la lotta per l'identità personale in un regime repressivo, in cui le libertà personali sono ridotte, portando a sentimenti di invisibilità e inautenticità. La narrazione di Nafisi evoca un forte senso di desiderio di una vita in cui potrebbe essere se stessa, indicando i profondi impatti dei vincoli sociali sull'identità e sull'espressione individuali. Attraverso la sua scrittura toccante, illustra la fragilità della libertà personale e intellettuale di fronte al controllo autoritario.

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gennaio 27, 2025

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