È, credo, il vice del giornalista credere che tutta la storia possa essere immediatamente ridotta all'esperienza: {Pierre, un montaggio per tubi fuori lavoro nel sobborgo di Boulougne, è tipico della nuova classe di Chômeurs. . .} Proprio come è il vizio dello studioso credere che tutta l'esperienza possa essere ridotta alla storia {Il nuovo ordine capitalista mondiale ha prodotto una nuova classe di Chômeurs, di cui Pierre, un installatore di pipa, era un caso tipico. . .}.
(It is, I think, the journalist's vice to believe that all history can instantly be reduced to experience: {Pierre, an out-of-work pipe fitter in the suburb of Boulougne, is typical of the new class of chômeurs . . .} just as it is the scholar's vice to believe that all experience can be reduced to history {The new world capitalist order produced a new class of chômeurs, of whom Pierre, a pipe fitter, was a typical case . . .}.)
In "Paris to the Moon" di Adam Gopnik, esplora la tensione tra giornalisti e studiosi nella comprensione dell'esperienza e della storia umana. Suggerisce che i giornalisti spesso semplificano eccessivamente narrazioni storiche complesse riducendole alle esperienze individuali, come esemplificato da Pierre, un montaggio di tubi disoccupati che rappresenta un fenomeno più ampio di disoccupazione nella società contemporanea. Questa tendenza può portare a un'interpretazione superficiale delle questioni sociali, trascurando le intricate dinamiche in gioco.
Al contrario, Gopnik sottolinea che gli studiosi possono sbagliare astrando eccessivamente esperienze individuali in grandi tendenze storiche, trascurando le storie personali che danno profondità agli eventi storici. Illustrando il caso di Pierre, Gopnik evidenzia la necessità di bilanciare le narrazioni personali con il contesto storico, sostenendo un approccio più sfumato che riconosce sia le esperienze individuali sia il più ampio quadro storico che le modella.