Naturalmente, ci si può aspettare che i burocrati abbracciano una tecnologia che aiuta a creare l'illusione che le decisioni non siano sotto il loro controllo. A causa della sua apparente intelligenza e imparzialità, un computer ha una tendenza quasi magica a indirizzare l'attenzione dalle persone responsabili delle funzioni burocratiche e verso se stesso, come se il computer fosse la vera fonte di autorità. Un burocrate armato di un computer è il legislatore non riconosciuto della nostra età e un terribile onere da sopportare.
(Naturally, bureaucrats can be expected to embrace a technology that helps to create the illusion that decisions are not under their control. Because of its seeming intelligence and impartiality, a computer has an almost magical tendency to direct attention away from the people in charge of bureaucratic functions and toward itself, as if the computer were the true source of authority. A bureaucrat armed with a computer is the unacknowledged legislator of our age, and a terrible burden to bear.)
Nel "Technopoli: la resa della cultura della tecnologia" di Neil Postman, sostiene che i burocrati probabilmente favoriscano la tecnologia, in particolare i computer, che creano un'illusione di un processo decisionale oggettivo. Questa dipendenza dalla tecnologia sposta l'attenzione dall'autorità umana alle macchine stesse, facendo apparire come se il computer detiene il vero potere decisionale. Questa dinamica aiuta i burocrati a sfuggire alla responsabilità e aumenta la percezione dell'intelligenza e dell'imparzialità del computer.
Postman suggerisce che questa dipendenza dalla tecnologia pone un pesante onere per i burocrati, poiché diventano i creatori non riconosciuti di politiche e regolamenti in un'epoca dominata dalle macchine. La capacità del computer di mascherare l'elemento umano nella governance complica la responsabilità e suggerisce una tendenza riguardante in cui la tecnologia, piuttosto che le persone, è vista come la massima autorità nelle decisioni burocratiche.
