Il problema con la tecnologia è che ci è disumanizzato: viene rimosso le restrizioni delle ordinarie interazioni umane. Quindi perdiamo l'idea che la persona con cui stiamo affrontando è una persona come noi, con fallimenti e sentimenti. È esattamente lo stesso di in tempo di guerra. Quando le persone sono impegnate in conflitto, perdono molto facilmente di vista l'umanità dell'altro. Diventano in grado di fare cose che non avrebbero mai fatto nelle loro vite ordinarie.

(The trouble with technology is that it's dehumanised us – it's removed the restraints of ordinary human interactions. So we lose the notion that the person with whom we're dealing is a person like us, with failings and feelings. It's exactly the same as in wartime. When people are engaged in conflict, they very easily lose sight of the humanity of the other. They become capable of doing things that they would never do in their ordinary lives.)

di {Alexander McCall Smith}
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L'autore Alexander McCall Smith riflette sull'impatto della tecnologia sulle relazioni umane, suggerendo che ha diminuito l'elemento umano nelle nostre interazioni. Man mano che la tecnologia semplifica e depersonalizza la comunicazione, oscura il fatto che abbiamo a che fare con individui che hanno le proprie emozioni e imperfezioni. Ciò porta a una disconnessione, in cui le persone potrebbero non riconoscere l'umanità reciproca a causa della natura senza volto delle interazioni digitali.

Smith disegna un parallelo tra questa disconnessione tecnologica e la disumanizzazione spesso osservata in situazioni di guerra. In conflitto, gli individui possono dimenticare l'umanità condivisa dei loro avversari, il che può portare ad azioni che in genere non considererebbero. Questo confronto evidenzia i rischi di perdere empatia e comprensione in situazioni sia quotidiane che estreme, sottolineando la necessità di mantenere la consapevolezza delle nostre esperienze umane condivise.

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gennaio 23, 2025

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