C'era sempre qualcuno al di fuori del circolo di gesso. Qualcuno che aveva bisogno di soldi, qualcuno che aveva un figlio con la tosse convocata, o qualcuno che voleva andare via per sempre perché non poteva sopportare il gusto di merda della guerra in bocca e che tuttavia si trovava all'attenzione per informarlo: "Tutto normale, colonnello". E la normalità era proprio la parte più spaventosa di quella guerra infinita: non è mai successo nulla.
(There was always someone outside of the chalk circle. Someone who needed money, someone who had a son with whooping cough, or someone who wanted to go off and sleep forever because he could not stand the shit taste of war in his mouth and who nonetheless, stood at attention to inform him: "Everything normal, Colonel." And normality was precisely the most fearful part of that infinite war: nothing ever happened.)
La citazione riflette il pervasivo senso di disperazione e il pesante fardello della vita durante la guerra. Illustra come gli individui al di fuori del "circolo di gesso" della sicurezza si avvicinano alle crisi, che si tratti di difficoltà finanziarie, di malattia o di conflitto emotivo. Ogni personaggio rappresenta le lotte incessanti affrontate da persone che, nonostante la loro sofferenza, devono ancora aderire alla facciata della normalità, spesso a spese del proprio benessere.
La frase "tutto normale, colonnello" incapsula l'ironia dell'esistenza in tempo di guerra, in cui il termine "normale" diventa un indicatore agghiacciante dello status quo nel caos. Indica la paura incorporata nella routine della guerra, suggerendo che in uno stato di costante conflitto, l'aspetto più scoraggiante è la stagnazione della vita stessa, dove nulla cambia e il dolore continua senza sosta. Questo commento sulla normalità evidenzia l'intorpidimento emotivo che può accompagnare il trauma in corso, rafforzando i temi della solitudine e la condizione umana del romanzo.