Di cosa diavolo ti arrabbi così tanto? La chiese sorprendentemente con un tono di divertimento contrito. Pensavo che non credessi in Dio. Non io, singhiozzò, scoppiando violentemente in lacrime. Ma il dio in cui non credo è un buon Dio, un Dio giusto, un Dio misericordioso. Non è il Dio cattivo e stupido che lo fai.
(What the hell are you getting so upset about? he asked her bewilderedly in a tone of contrite amusement. I thought you didn't believe in God.I don't, she sobbed, bursting violently into tears. But the God I don't believe in is a good God, a just God, a merciful God. He's not the mean and stupid God you make Him out to be.)
In un momento di turbolenze emotive, un personaggio mette in dubbio la rabbia di un altro, esprimendo confusione e un pizzico di spensieratezza sulla situazione. La risposta rivela profonda frustrazione e dolore, poiché la donna affronta la nozione di Dio presentata dall'altra persona. Riconosce la sua incredulità in Dio, ma sottolinea che la sua concezione di Dio è di bontà, giustizia e misericordia, contrastando nettamente con la dura interpretazione che vede nella prospettiva dell'altro.
Questo scambio evidenzia una lotta con la fede e la natura della divinità, illustrando come le esperienze personali modellano le proprie convinzioni. Le lacrime della donna significano più di un semplice disaccordo; Riflettono un desiderio di una struttura morale in un mondo caotico. Attraverso questo dialogo, Heller approfondisce complessi temi di credenza, moralità e ricerca spesso dolorosa di significato.