È un dilemma insolubile, davvero. I presidenti cambiano, nello Studio Ovale siedono uomini diversi con temperamenti e appetiti diversi. Tuttavia, una strategia di intelligence a lungo raggio non cambia, non una come questa. Eppure un’osservazione disinvolta davanti a un bicchiere di whisky in una conversazione postpresidenziale, o una frase egoistica in un libro di memorie, possono mandare all’inferno quella stessa strategia. Non c'è giorno in cui non ci preoccupiamo per quegli uomini sopravvissuti alla Casa Bianca.
(It's an insoluble dilemma, really. Presidents change, different men with different temperaments and appetites sit in the Oval Office. However, a long-range intelligence strategy doesn't change, not one like this. Yet an offhand remark over a glass of whiskey in a postpresidential conversation, or an egotistical phrase in a memoir, can blow that same strategy right to hell. There isn't a day that we don't worry about those men who have survived the White House.)
Il passaggio evidenzia la sfida continua di mantenere una strategia di intelligence coerente di fronte al cambiamento della leadership presidenziale. Ogni presidente porta personalità e priorità uniche che possono interrompere piani consolidati da tempo. Nonostante questa variabilità, le strategie fondamentali devono resistere, ma rimangono vulnerabili alle rivelazioni inaspettate degli ex leader, che potrebbero inconsapevolmente minare queste strategie con osservazioni casuali o narrazioni egoistiche nelle loro memorie.
Ciò sottolinea la natura precaria dell’intelligence politica, dove le azioni e le parole degli ex presidenti possono creare conseguenze impreviste. La preoccupazione su come gli ex occupanti dello Studio Ovale potrebbero involontariamente mettere a repentaglio gli interessi nazionali è una preoccupazione costante per coloro che hanno il compito di salvaguardare le strategie di intelligence. Il bisogno di stabilità in un panorama così fluttuante è fondamentale, ma facilmente compromesso.
